mercoledì 27 marzo 2019

Il nuovo numero di Spirito in Libertà (Marzo 2019) è disponibile on-line

Il nuovo numero di Spirito in Libertà (Marzo 2019), il foglio d'informazione redatto dai detenuti della Casa Circondariale di Santo Spirito a Siena, è disponibile on-line



Spirito in libertà n.5

EDITORIALE
di Pino Di Blasio

Spirito in libertà è un nome bellissimo per questa testata. Racchiude tutto in due parole: il nome del carcere  e  la  voglia che anima chi lo  popola. Pensare che i detenuti della casa circondariale di Siena vogliano nutrire le loro menti e far volare i loro pensieri fuori dalle sbarre di Santo Spirito scrivendo su questo giornale, è una cosa che rallegra. Perché la scrittura, il raccontare storie, il riportare notizie, è il mezzo migliore per raccontare se stessi.  E quando ti trovi, anche per colpa tua, chiuso in pochi metri quadrati di spazio, scrivere è l’unica strada che devi imboccare er allargare il tuo orizzonte. L’idea di Spirito in libertà è convincente e vincente soprattutto per questo. Altre case circondariali in Italia hanno seguito quest’esempio, altre ancora hanno scelto forme diverse per ampliare lo sguardo dei detenuti. Bisogna fare al meglio quello che ci  è  concesso  dalle  regole  e  dai  budget,  veri  sovrani dei progetti. Poi tocca ai detenuti riempire questi spazi nuovi. Partendo dalla consapevolezza che il carcere più stretto e più duro è quello in cui tu rinchiudi la tua anima. Da lì nessun indulto, amnistia o sconto di pena può tirarti fuori.

Lo Cascio a Santo Spirito


Il piccolo teatro nel carcere di Santo Spirito gremito per salutare l’attore Luigi Lo Cascio che ha incontrato un nutrito gruppo di detenuti. Lo Cascio era ai Rinnovati con Dracula fino a domenica scorsa e in questa sua breve visita a Siena ha deciso di rivolgere il proprio passo verso la Casa Circondariale. Con grande capacità e saggezza che solo certe persone possiedono ha interagito con gli uomini che aveva davanti. Ha risposto a tutte le loro domande portando risate e una ventata di bello grazie alle sue capacità di essere artista e soprattutto figlio di questo meraviglioso paese che si chiama Italia. Luigi Lo Cascio è sì un attore di teatro ma  è anche regista e attore nel cinema tanto da aver interpretato Peppino Impastato in “Cento passi”. La sua professione è stata riconosciuta negli anni con numerosi e importanti premi, ma sabato mattina a Santo Spirito l’uomo e l’attore sono andati di pari passo. Il gruppo di detenuti che sotto la sapiente mano di Altero Borghi partecipano al gruppo teatrale hanno incalzato Lo Cascio  con domande sul suo lavoro. Alla fine dell’incontro l'ospite ha regalato ai detenuti il volume di poesie di Salvatore Quasimodo primo Nobel per la letteratura e ne ha letta una che l’esponente dell’ermetismo aveva scritto per il novantesimo anno del padre. Gli applausi sono naturalmente arrivati. All’attore, invece, è stato donato il libro “Fuori dal buio” realizzato da un gruppo di detenuti che hanno partecipato al progetto della scrittura condivisa (che già sta riscuotendo successo in quanti hanno avuto il privilegio di leggerlo per primi) e il volume relativo ad un lavoro teatrale che è valso a Santo Spirito il primo premio in un concorso. Nel salutare l’artista qualcuno gli ha chiesto cosa avesse provato ad incontrare uomini che sono in carcere. Lo Cascio ha risposto che doveva rielaborare, riflettere per fare proprie le emozioni provate e solo allora avrebbe potuto esprimersi.

Cecilia Marzotti


sabato 23 marzo 2019

La meglio gioventù a Santo Spirito

Oggi, 23 Marzo, c’è stato l’ultimo incontro dell’anno (scolastico) di un progetto che ha visto i detenuti della Casa Circondariale di Siena confrontarsi con i tanti artisti che sono venuti a trovarli in questi mesi. Il ghiaccio era stato rotto dall’esuberanza e dalla giovanile incoscienza di Filippo Panìco e dalla voce dolce e cromaticamente variegata di Letizia Fuochi. Tra Febbraio e Marzo poi hanno avuto il piacere di vedere e apprezzare la grazia e il talento di Laura Marinoni, hanno cantato insieme a Stefano Fresi, improvvisato insieme a Massimo Lopez e Tullio Solenghi e oggi hanno ascoltato in un silenzio surreale l’emozionante testimonianza di Luigi Lo Cascio riguardo al suo rapporto con il teatro, la sua carriera e i suoi lavori più importanti. L’attore siciliano che è a Siena insieme a Sergio Rubini al teatro dei Rinnovati con Dracula(per la regia dello stesso Rubini) ha voluto fortemente questo incontro. Lui, che ha recitato sui più importanti palcoscenici d’Italia, ha messo a nudo le sue esperienze, i suoi pensieri e i suoi aneddoti nel piccolo teatro di Santo Spirito. Ha trasmesso ai detenuti (che da anni portano avanti un piccolo laboratorio teatrale coordinato dal regista Altero Borghi) la sua visione di un teatro come momento di evasione e di crescita personale, a qualunque livello si faccia: dall’esordiente amatoriale al professionista più navigato.

Ha raccontato i sacrifici che hanno dovuto sostenere i genitori e i fratelli per potergli permettere la scuola di recitazione a Roma e delle prime esibizioni in pièce discutibili. Insomma: ha fatto un bel po’ di gavetta anche lui! Rispondendo alle domande di alcuni detenuti ha poi raccontato la sua fortunata esperienza lavorativa con il regista Marco Tullio Giordana e in particolare del film che lo ha visto debuttare sul grande schermo, I cento passi. Ha spiegato ai detenuti stranieri presenti questa mattina la storia e la battaglia di denuncia di Peppino Impastato  e la difficoltà di rendere al meglio quello che a tutti gli effetti è un eroe dei nostri giorni. Ha raccontato, parlato e sorriso con gli ospiti di Santo Spirito che, nel silenzio più assoluto, sembravano non volersi perdere nemmeno una parola, un consiglio, un aneddoto di quell’uomo che molti vedevano oggi per la prima volta. Per la metà dei presenti non era uno dei più grandi attori del panorama italiano.


Per la metà dei presenti era una persona, visibilmente commossa e felice di essere lì, che era venuta a condividere con loro la sua esperienza del teatro vissuta da professionista, invidiando a tratti l’esperienza teatrale dei detenuti, in qualche modo più primitiva, istintiva, semplice e vera. Oltre che un grande uomo, Luigi Lo Cascio è un grande attore legato alla sua terra e prima della fine dell’incontro ha voluto interpretare per i detenuti una poesia di Quasimodo scritta all’indomani del terribile terremoto di Messina di inizio 900, Al padre. E’ finito così, tra la commozione di alcuni detenuti e l’applauso di tutti, di sentito ringraziamento per un’altra giornata da ricordare.


C. Marini






sabato 9 marzo 2019

Tragedia in due battute

Sono ormai cinque anni che collaboro con la Casa Circondariale di Siena e ogni anno partecipo allo spettacolo teatrale che i detenuti preparano con la regia di Altero Borghi.

Quest’anno presso il piccolo teatro potete assistere allo spettacolo “Tragedie in due battute” di Achille Campanile, regia Altero Borghi,  interpretato dai detenuti/attori  e da Serena Cesarini Sforza.
Scenette teatrali in due battute basate sul nonsense, sul paradosso. Un elogio alla brevità.

La cittadinanza è invitata a partecipare, i prossimi spettacoli sono il 19 e il 27 marzo alle ore 16.00
Le prenotazioni dovranno pervenire all'indirizzo mail: apritisesamosiena@gmail.com allegando una copia del proprio documento d’identità entro e non oltre 7 giorni antecedenti lo spettacolo.


A.Duranti

http://www.alessioduranti.it/index.php/2019/03/07/tragedie-in-due-battute/

venerdì 1 marzo 2019

Lopez e Solenghi a Santo Spirito

Non sono passate nemmeno due settimane da quando l’attore Stefano Fresi è venuto a incontrare i detenuti di Santo Spirito che il piccolo teatro del carcere alza nuovamente il suo sipario per un’altra giornata straordinaria. Sono venuti infatti nella nostra piccola struttura due giganti del teatro e della televisione italiana: Massimo Lopez e Tullio Solenghi, oggi in scena al teatro del popolo di Colle Val d’Elsa con il loro fortunatissimo spettacolo che ha visto da giorni il tutto esaurito. 
Tullio era già venuto nel carcere senese due anni fa. Ed è voluto tornare. Il diritto penale parlerebbe di recidiva.  Per Massimo invece era la prima volta. Dopo i convenevoli di rito i due artisti si sono esibiti nelle loro imitazioni più famose: da quella di vecchia data di Stanlio e Ollio a quella più recente dell’incontro dei due papi (Benedetto XVI e Francesco). Hanno raccontato del loro vagabondare per tutti i teatri d’Italia portando in scena parte della loro storia e alcune novità. Ma la costante di tutti gli incontri fatti finora è stata quella del continuo scambio tra detenuti e artisti, di un dialogo che inizia timido e che diventa via via più confidenziale. E se parli della storia di Lopez e Solenghi, se nomini Lopez e Solenghi senti da subito che manca qualcosa. E’ come un sonetto senza il sirma, un valzer in due quarti. Ecco allora che la prima domanda di un detenuto non poteva che ricordare il talento, la bellezza e la simpatia della prematuramente scomparsa Anna Marchesini. I tempi del trio. Lopez-Marchesini-Solenghi. Tullio e Massimo hanno raccontato della profonda amicizia che li univa, artisticamente e umanamente, e proprio per questo non hanno mai pensato a una sostituzione. “Se perdi un fratello o una sorella, non ti verrebbe mai in mente di sostituirlo” ha chiosato un commosso Solenghi.
Si sono poi esibiti sul palco anche alcuni ragazzi del gruppo di teatro del carcere con le "Tragedie in due battute" di Achille Campanile coordinate dal regista Altero Borghi. Questa volta sono stati i nostri ospiti a sorridere e ad applaudire i detenuti che, magari un po’ maldestramente, hanno messo sulla scena il meglio del loro attuale repertorio. Per concludere,  Tullio e Massimo hanno letto e inventato sul testo di Campanile dando mostra del loro spirito di improvvisazione, della loro empatia nei confronti del nuovo pubblico e (non ce n’era bisogno!) del loro spessore artistico. Anche per questo incontro il tempo è volato via veloce. Il ricordo di questa giornata resterà a lungo invece impresso nella mente dei pochi fortunati (passatemi il termine) presenti.



Prof. C. Marini