venerdì 21 ottobre 2022

Metamorfosi. E il carcere diventa arte pura

La rassegna tocca l’istituto Santo Spirito e coinvolge venti detenuti. Nascono band e spettacoli di recitazione aperti al pubblico

Un mondo a parte, il carcere. Chiuso dentro confini ben visibili (soprattutto se visti da dentro), scandito da un tempo che scorre in modo diverso rispetto all’esterno. Un mondo, però, che ha voglia di raccontarsi. E la Casa circondariale di Siena lo fa attraverso quelle attività di laboratorio coordinate da Maria Iosè Massafra, responsabile dell’area trattamentale, che Corte dei Miracoli e laLut hanno scelto come punto di partenza per il festival Metamorfosi, partito con una diretta radiofonica proprio dall’istituto che si trova in piazza Santo Spirito.

Il focus della rassegna, che tocca la sesta edizione, è infatti il teatro sociale, il rapporto con il carcere e il lavoro che attori e registi fanno con i detenuti. A Siena ce ne sono settantacinque, una ventina dei quali è coinvolta in queste attività pomeridiane, dalle 15 alle 17, dalle quali nascono cose come i Cellamusica, la band che ha suonato durante la diretta, formata da tre detenuti, un agente e un addetto esterno. Attività aperte al pubblico, come avvenuto in occasione di ‘100 canti per Siena’, con trentacinque spettatori che la mattina sono entrati ad assistere alle letture di Dante. La prospettiva scelta per legare le esperienze proposte è, fin dalla prima edizione, tutta interna all’idea di “metamorfosi”, che indica un cambiamento di forma e di stato: un cambiamento che avviene nel corpo e nella mente di chi pratica il teatro sociale (allievi e conduttori) e in chi vi assiste.

E nei prossimi giorni inizieranno i lavori per realizzare anche un vero e proprio palcoscenico sul quale esibirsi. Quasi come cantava Fabrizio De André, ormai quasi mezzo secolo fa nella sua ’Ora di libertà’: "Ho visto gente venire da sola, e poi insieme verso l’uscita", raccontando quella dimensione collettiva che il protagonista del suo ‘Storia di un impiegato’ scopre proprio durante la sua ora di libertà. "Sono attività – spiega Massafra – che aiutano a recuperare un rapporto con la normalità. È una aspetto importante, perché oltre a scontare la pena possono utilizzare questo tempo per imparare cose nuove, in vista del loro reinserimento nella società". 

La mattina attività di studio, a ogni livello. Proprio in questi giorni, per esempio, due detenuti si stanno iscrivendo all’università. Ad aprile, uno di loro si è laureato in Scienze politiche. "Abbiamo scelto questo tema – spiega UgoGiulio Lurini, del centro di ricerca e produzione teatrale laLut – perché negli ultimi due anni molte attività simili si sono interrotte, a causa della pandemia. Qui a Siena siamo riusciti a riprenderle e abbiamo colto l’occasione per fotografare quanto fatto finora nei nostri laboratori".

Metamorfosi andrà avanti fino a martedì con una serie di eventi, ma oggi un altro momento coinvolgerà i detenuti del carcere senese, quando a incontrarli arriverà il regista e attore Mauro Pescio, autore del podcast ‘Io ero il Milanese’, trasmesso da RaiPlaySound, e ospite stasera alle 21 alla Corte dei Miracoli con lo spettacolo ‘Non è la storia di un eroe’.

Riccardo Bruni

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