lunedì 13 marzo 2023

Il carcere diventa palco: Agenti, attori e detenuti suonano nella stessa band - Esce l’album Cella Musica

Il carcere diventa palco: Agenti, attori e detenuti suonano nella stessa band - Esce l’album Cella Musica
Il progetto ha visto la luce in questi giorni: "Dolori, gioie, e racconti"

Sempre difficile il rapporto fra detenuti e mondo esterno, per non parlare di reinserimento o di esplicare fra quelle mura il senso di una passione. Dobbiamo dire che la Casa circondariale di Santo Spirito è disponibile a molte iniziative, non solo di portare personaggi a conoscere il mondo dei detenuti. C’è un lavoro quotidiano di molti operatori, fra cui quelli che hanno dato vita al progetto ‘Cella Musica’, che nasce dalla presenza di LaLut, che si occupa di produzione teatrale.

Le loro parole ci guidano a questo originale progetto: "Alcuni detenuti, durante i laboratori teatrali, hanno manifestato ad Ugo Giulio Lurini, nostro attore e insegnante, il proprio interesse per la formazione di una band, palesando competenze musicali pregresse: chi suonava il piano, chi le percussioni, chi la fisarmonica, chi rappava, chi strimpellava la chitarra, chi semplicemente aveva voglia di esprimersi". Da qui il coinvolgimento del chitarrista Tommaso Taurisano e poi di agenti penitenziari con la passione della musica: "Al di là dello sviluppo delle capacità musicali, individuali e collettive, al quale tutti i partecipanti hanno dimostrato grande predisposizione e interesse, è emersa fin da subito una necessità espressiva più profonda, fatta di vissuti, di vite spezzate, di famiglie lontane, di rimorsi, rancori, amori, amicizie false e vere. Racconti che vogliono essere raccontati e che chiedono di essere ascoltati, urgenza e disillusione. Una premessa fondativa del gruppo era stata proprio scrivere la nostra musica, che è un po’ scrivere la nostra storia, e provare a portare almeno quella oltre i cancelli della casa circondariale in modo da far sapere a chi è lì fuori che noi ci siamo, che esistiamo, e che siamo parte di questa città e di questa società e che anche dalla nostra reclusione, forse proprio grazie ad essa, possiamo parlare di libertà, e della sua assenza".

"Abbiamo cominciato quindi a raccogliere tra i detenuti racconti e poesie – in tanti scrivono, e in tante lingue – e a musicarli. Affiancando quindi il lavoro del teatro, che intanto continuava parallelamente a preparare il suo spettacolo, abbiamo proposto, sia al pubblico esterno che ai detenuti, un cartellone di eventi musicali e teatrali che è servito a dare ulteriore slancio alla produzione e alla scrittura: giunti a questo punto il complemento ideale di tutto questo lavoro di condivisione è proprio la realizzazione di un album dei Cella Musica: sette o otto canzoni, e una o due poesie con commento musicale".

Massimo Biliorsi

articolo estratto da La Nazione del 12-3-2023