Lunedì 21 maggio 2018 i detenuti della Casa Circondariale di Siena hanno incontrato Mario Tassoni, architetto, scrittore e designer, membro dell’Associazioni culturale Gruppo Scrittori Senesi.
Ha parlato del suo libro, Siena la città delle stelle, affondando il rapporto tra i processi di antropizzazione e l’astronomia, e di come gli architetti e gli urbanisti abbiano usato riferirsi alle forme della natura e del cielo per poter costruire i loro edifici e la città.
Ha parlato del suo libro, Siena la città delle stelle, affondando il rapporto tra i processi di antropizzazione e l’astronomia, e di come gli architetti e gli urbanisti abbiano usato riferirsi alle forme della natura e del cielo per poter costruire i loro edifici e la città.
Una contaminazione tra letteratura e arte per una ideale opera di Land Art, per proporre nuovi “percorsi” anche, e soprattutto, mentali e conferire un valore aggiunto alle 17 Contrade e al loro “mito”.
Di fatto, analizzando il tessuto urbano della città di Siena, si riscontra che, punti luminosi corrispondono a monumenti, a luoghi più densi di significato e di simbolismi: alle porte, alle chiese, alle fonti, ai palazzi più importanti che, uniti tra loro uniti, concorrono a formare il disegno di determinate costellazioni.
L’interrogativo è quello di come sia possibile che, in mancanza di intenzionalità, la componente astronomica incide in maniera determinante sul modo di interpretare la struttura urbanistica della città di Siena.
Accade così che Siena diviene “la città ideale e sognata”, un frammento di infinito, una mappa celeste che fa della città la custode di pietra delle leggi eterne e segrete dell’universo.
“… gli astronomi stabilirono il luogo e il giorno secondo la posizione delle stelle, tracciarono le linee incrociate del decumano e del cardo orientate l’una come il corso del sole e l’altra come l’asse attorno a cui ruotano i cieli, divisero la mappa secondo le dodici case dello zodiaco in modo che ogni tempio e ogni quartiere ricevesse il giusto influsso dalle costellazioni opportune, fissarono il punto delle mura in cui aprire le porte, prevedendo che ognuna inquadrasse un’eclisse di luna nei prossimi mille anni. Perinzia – assicurarono – avrebbe rispecchiato l’armonia del firmamento; la ragione della natura e la grazia degli dei avrebbero dato la fortuna ai destini degli abitanti”*
da: *Le Città Invisibili di Italo Calvino
Foto di Alessio Duranti
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