giovedì 9 aprile 2020

Eppur qualcosa si muove...


Una breve riflessione sul forzato stop al progetto “Una chiacchierata con…” a cui dallo scorso anno stavamo lavorando.  Il Covid-19 ha fermato tutto.  Per quanto? Ancora non lo sappiamo ma sono convinta che si tratta solo di una pausa. Così da sola pensando a voi in questo silenzio che incombe su tutto e su tutti metto per iscritto i miei pensieri su un lavoro partito diversi mesi fa, elaborato in ogni suo dettaglio perché aveva un obiettivo importante quale quello di farvi conoscere da quanti non sanno neppure che voi esistete. Il vostro desiderio era di aprire idealmente le porte di Santo Spirito per far “toccare" con mano al mondo esterno i vostri cuori e le vostre anime. 

In questi mesi di lavoro più volte avete ribadito che siete persone e non fantasmi e per questo sentite il desiderio di far sapere a tutti che “è giusto che paghiamo per gli errori commessi, ma agli altri non deve importare come ci chiamiamo e per quanto tempo ancora rimarremo in carcere. Noi siamo padri e vorremmo riabbracciare i nostri figli.  Siamo mariti con il desiderio di rientrare quanto prima in seno alle proprie famiglie. Siamo fratelli che bramano gli affetti di un tempo, soprattutto siamo figli che hanno bisogno del calore materno. Vedete? proviamo gli stessi sentimenti di coloro che stanno fuori dal carcere”. Il nostro lavoro a fronte di questo aveva portato ad incontrare prima il vescovo e due settimane dopo un libero professionista. Alla fine… In questo momento non c’è una fine, bensì una pausa. Questo non vuol dire che il progetto “Una chiacchierata con…” non possa e non debba andare in porto. Questo forzato stop può aiutare ad essere ancora più forti e più determinati a raggiungere l’obiettivo perché come diceva Charlie Chaplin “Non vedrai mai l’arcobaleno se guardi sempre verso il basso”.

Cecilia Marzotti